“Quando lascio andare quello che sono, divento quello che potrei essere. Quando lascio andare quello che ho, ricevo quello di cui ho bisogno.” 
(Tao Te Ching)

Quando intraprendiamo un percorso di crescita personale, una delle prime cose con cui potremmo doverci scontrare è la necessità di imparare a “lasciar andare”; lasciar andare persone, relazioni, abitudini, emozioni, traumi e ferite, un lavoro… Tante sono le cose che potremmo dover lasciar andare per permetterci di crescere emotivamente e spiritualmente.

Una vita vissuta è fatta di mille piccole e grandi cose che ad un certo punto diventano superflue e talvolta limitanti nel nostro cammino. Imparare a riconoscerle, a trarne un insegnamento e poi a lasciarle nel passato è qualcosa su cui dovremmo investire parte del nostro tempo.

Ti porto un esempio semplice per farti capire come anche la natura sia capace e soprattutto necessiti di “lasciar andare” per potere continuare il suo ciclo.

Pensa alle foglie degli alberi, nascono su di essi, crescono fino a diventare di un verde brillante, quel verde che tanto amiamo e che ci ricorda che siamo in estate. Con il passare delle settimane quel colore inizia a spegnersi, le foglie iniziano a morire e a dipingersi di nuovi e stupendi colori, arancio, rosso, giallo… Ecco che arriva l’autunno. Per l’albero è il momento di lasciar andare le foglie, di lasciarle cadere, solo così permetterà a nuovi germogli di crescere, dando vita ad un nuovo ciclo.

Se gli alberi trattenessero le loro foglie morirebbero e non permetterebbero al ciclo di continuare.

La vita è fatta di continui mutamenti, il nostro compito è quello di non ostacolarli, ma essere parte del flusso e imparare un’altra difficile arte, quella del non-attaccamento.

Praticare il non-attaccamento

Per capire il concetto di “non-attaccamento” dobbiamo prima essere consapevoli che tutto nella vita è impermanente, tutto cambia in continuazione, niente resta com’è neanche per un secondo. L’Universo è in continuo movimento ed evoluzione e noi, che ne siamo parte, altrettanto.

L’impermanenza è uno dei concetti su cui si basa anche il Buddhismo, secondo il quale poiché tutto è in continuo movimento ed evoluzione, noi non possediamo davvero nulla in questa vita: persone, soldi, cose materiali, lavori. Un giorno possiamo avere 100 euro nel portafoglio e il giorno dopo qualcuno potrebbe rubarci quel portafoglio, ecco la dimostrazione che noi non possediamo quei soldi.

Imparare a non attaccarci alle cose, qualunque esse siano, facilita il “lasciare andare”; se noi siamo realmente consapevoli che il nostro partner non ci appartiene, nel caso in cui quella relazione dovesse finire, sarà molto più semplice essere grate di ciò che quella relazione ci ha donato ed insegnato e lasciarla scorrere e fluire sarà per noi più facile!

Attenzione, questo non significa non provare tristezza per qualcosa che finisce, ma semplicemente essere capaci di vivere la vita per quello che è nel presente, consapevoli che nel futuro potrebbe cambiare.

Se nulla ci appartiene, cosa ci rimane?

La cosa più preziosa di tutte: noi stesse. Noi ci apparteniamo, non lasciamo che la nostra felicità venga dettata dall’esterno, siamo noi la nostra unica certezza. Tutto il resto, tutto ciò che ci circonda e di cui ci circondiamo è parte della nostra esperienza, ma non ci appartiene, potrebbe finire da un momento all’altro, così come un momento possiamo essere felici, ed il momento subito dopo possiamo essere turbate.

“Ti è mai capitato di passare inavvertitamente con un tosaerba su una corda? Ci vuole un’ora, se non di più, per districare la corda e per liberare le lame perché possano girare di nuovo come prima. L’attaccamento è così: impedisce il fluire della vita.”
(Thich Nhat Hanh)

Vivere la vita non attaccandosi ad essa, ci permette di essere più leggere in tutto quelle che facciamo, di lasciare da parte l’ansia e la paura di perdere le cose, le persone, di smettere di essere felici.

Ricorda che non attaccarsi non significa pensare “Tanto alla fine perderò tutto, tanto alla fine questa cosa finirà”, no! Praticare il non attaccamento significa vivere appieno e con gratitudine ogni singolo attimo che ci viene donato, ogni singolo momento con le persone che amiamo.

Potrai pensare che non è così semplice applicare questa filosofia, ma rifletti su come vive la natura, ricordati qual è lo scopo di tutto: nascita, evoluzione, morte e rinascita.

Sii come gli alberi, lascia cadere le foglie che non ti appartengono più, permetti a nuove esperienze, persone, opportunità di germogliare nella tua vita.

Se tutto questo è ciò che desideri fare ma non ci sei ancora riuscita da sola o ti spaventa farlo, io posso accompagnarti in questo percorso. Clicca qui per compilare la richiesta di maggiori informazioni.

Ti abbraccio forte!

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